domenica 16 dicembre 2007

Gillian parla di ciò che l'ha ispirata

In un'intervista recentemente pubblicata, alcune stars parlano di ciò che li ha ispirati. Abbiamo tradotto la parte relativa alle dichiarazioni di Gillian.


La creatività sembra essere qualcosa di indefinibile che separa l’artista dal resto del mondo.
Non sai mai cosa le dà il via. Per Jim Carrey è stato un suo insegnante, per Gillian Anderson è stato il fallire ad un’audizione, per Tim Burton il suo impuntarsi.

Gillian Anderson dice: “Non ricordo del momento preciso quando me ne sono resa conto. Mia madre sembra ricordarlo (come tutte le madri fanno) che c’era qualcosa per cui provavo interesse molto tempo fa. Non me lo ricordo proprio. So però che quando vivevamo in Michigan non c’era nessuno teatro a scuola dove stavo io, ma andai a fare un’audizione a un teatro della comunità per ‘Alice nel paese delle meraviglie’. Era per il ruolo di Alice e c’erano qualcosa come circa 200 ragazze. E ricordo di non essere stata scelta e di aver pensato: ‘Questa non è una cosa per me!’… Anni dopo, mentre ero al liceo, seguii uno stage a teatro e feci amicizia con un ragazzo che era il regista teatrale e gli raccontai questa storia.
Lui mi disse ‘Aspetta un attimo, eri la ragazza inglese?’
Io risposi: ‘Avevo un accento inglese.’
Lui disse: ‘Stavamo per prendere te, ma non lo facemmo perché non ti avevamo mai visto prima e non sapevamo se potevi rimuovere il tuo accento. Non avevi mai fatto niente nella tua vita e scegliemmo una ragazza che aveva già partecipato a produzioni della comunità.’
Ho anche fatto un’audizione per un altro spettacolo della comunità proprio prima dello stage ed ero stata presa e quello cambiò qualcosa in me.
Sono sempre stata molto ribelle, non una brava studentessa, molto per l’ambiente punk e cose simili.
E quando recitai in questa play e feci questa esperienza di stare sul palco con un audience, mi trasformò.
E tutto all’improvviso i miei voti migliorarono, iniziai a studiare, fu come se un pezzo del puzzle fosse stato messo dentro di me.”